Il progetto ha respiro nazionale e la sperimentazione si focalizza su cinque regioni: Liguria, Lombardia, Toscana, Basilicata e Calabria.
Per molti cittadini del nostro Paese che vivono in aree interne, come territori montagnosi o collinari, raggiungere la scuola, l’ospedale, un ufficio pubblico, un centro culturale, ricreativo o sportivo, è un’impresa difficile se non impossibile. In Italia le aree interne rappresentano il 53% circa dei Comuni italiani, e ospitano il 23% della popolazione italiana, pari a oltre 13,5 milioni di abitanti.
La difficoltà nell’organizzare un trasporto pubblico adatto, costringe molte persone ad utilizzare l’auto privata, con un forte impatto sull’ambiente e sui bilanci familiari. La ricaduta complessiva di tutto questo sulla qualità della vita è importante, soprattutto per le persone più fragili (anziani, disabili, bambini).
Il Progetto “Una nuova rete” promosso da Auser Nazionale prova ad invertire la tendenza, proponendo servizi sperimentali di mobilità flessibile ed efficiente. L’ambizione è quella di gettare le basi per un nuovo modello di mobilità sostenibile, pensato per rispondere ai bisogni dei cittadini che vivono nelle aree interne del nostro Paese.
I volontari Auser potranno essere impegnati nella promozione di servizi di mobilità a chiamata, e faciliteranno l’incontro tra domanda e offerta pubblico-privata di servizi innovativi di mobilità, coinvolgendo attori istituzionali e non.
Il cuore del progetto è nella sperimentazione di una mobilità più accessibile in termini di tempi di percorrenza e facilità di spostamento, uno dei bisogni più sentiti nelle zone in questione.
Auser intende contestualizzare la domanda di mobilità nei diversi territori, sperimentando forme di trasporto pubblico-privato integrate non convenzionali, innovative e flessibili.
da Il Secolo XIX del 21/11/2021
Auser e Cooperativa Pandora a Campomorone, Ceranesi, Mignanego, Serra, Sant’Olcese le persone in difficoltà possono contare sul progetto “una nuova rete”
Il progetto “Una Nuova Rete”, promosso da Auser nazionale, è così ambizioso ed entusiasmante da apparire perfetto per questi tempi di emergenza sanitaria. Ne abbiamo parlato con Ileana Scarrone, presidente Auser Liguria e Genova e Federica Fioredda, vice presidente della cooperativa sociale Pandora, che sta coordinando a Genova questo progetto.
Intanto quali sono i Comuni interessati?
«Sono cinque, tutti dell’alta valpolcevera: Campomorone, Ceranesi, Mignanego, Serra Riccò, Sant’Olcese».
Quali sono gli obiettivi?
«Migliorare la mobilità dei soggetti fragili, siano essi anziani, siano persone che ad esempio dopo il Covid hanno sviluppato una certa difficoltà nel muoversi. L’obiettivo è dare un aiuto concreto, rapido ed efficace, che partendo dal volontariato possa poi andare avanti ben oltre il 31 gennaio, data di termine del progetto».
Facciamo un esempio per chiarire le idee…
«C’è la necessità di fare una commissione? O il piacere di andare a trovare amici? O di fare un’attività in un centro culturale? Chiamando il numero verde Auser (800995988) si potrà prenotare un accompagnamento protetto, quindi un volontario adeguatamente formato si farà carico di prendere, attendere e riportare a casa chi ha richiesto il servizio. Attraverso questo progetto, si vuole incentivare anche la voglia disocializzare delle persone».
Parliamo dei costi…
«E’ tutto gratis, grazie al sostegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Quindi fino al 31 gennaio questo progetto non avrà costi, successivamente l’obiettivo è di continuare a proporlo grazie all’aiuto dei volontari, che in questi mesi, soprattutto nei Comuni interessati, avranno il piacere di donare un po’ del loro tempo per aiutare gli altri ma anche per fare del bene a se stessi, perché il volontariato aiuta chi riceve sostegno, ma fa bene anche a chi si mette a disposizione della propria comunità»
Ci sono altri servizi offerti, vero?
«Sì, oltre a quello appena descritto, c’è ad esempio “due passi e due chiacchiere”. In pratica un counselor, sempre su richiesta, si attiva per andare a trovare chi ha bisogno di fare due passi oppure sente il bisogno di parlare un po’. C’è anche lo sportello informatico, per aiutare a svolgere quelle pratiche burocratiche, sempre più numerose, che ormai bisogna fare soprattutto quando c’è da rapportarsi con la Pubblica Amministrazione. Anche in questo caso, con l’aiuto del volontariato, possiamo offrire un servizio in grado di rendere la quotidianità un po’ più agevole»